Pagina Iniz. 2023 Dicembre COME ABBIAMO FESTEGGIATO L’8 DICEMBRE?

COME ABBIAMO FESTEGGIATO L’8 DICEMBRE?

COME ABBIAMO FESTEGGIATO L’8 DICEMBRE?

L’8 dicembre 1854 papa Pio IX definì solennemente il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria, con il quale si afferma che per grazia singolare Maria è immune dal peccato originale: «Per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in vista dei meriti di Gesù Cristo».

A formulazione di questo dogma fu preceduta da un cammino di riflessione e discussione plurisecolare. Sin dai primi secoli, la pietà popolare invocava Maria come «Tutta-santa», senza peccato; in Oriente si cominciò a celebrare la festa della Concezione nel VII secolo. In Occidente, nell’Xl secolo diversi teologi avanzarono argomentazioni che attribuivano legittimità alla pietà popolare; un contributo decisivo fu dato dal teologo francescano Duns Scoto (morto nel 1308). Il Concilio di Costanza, nel 1438, dichiarò questa dottrina consona alla fede; la festa dell’Immacolata fu estesa nel 1708 a tutta la Chiesa cattolica.

Le Chiese riformate (protestanti) non riconoscono l’affermazione dell’Immacolata Concezione, in quanto essa non è testimoniata esplicitamente nella Scrittura; le Chiese ortodosse confessano la piena santità di Maria, ma non la esprimono attraverso un dogma.

Ecco il testo dell’ “Infallibilis Deus”, ovvero del documento papale di Pio IX della definizione dogmatica dell’immacolato concepimento della Beata Vergine Maria.

«Dopo aver diligentissimamente considerato ogni cosa e aver innalzato assidue e fervorose preghiere a Dio, abbiamo stimato di non dover più tardare a sancire e definire con il Nostro supremo giudizio l’immacolata concezione della Vergine; e così soddisfare i piissimi desideri del mondo cattolico e la Nostra devozione verso la stessa santissima Vergine, e insieme onorare sempre più in lei il suo figlio unigenito, nostro Signore Gesù Cristo; poiché sono tutti convinti che tutto l’onore e la gloria, che si rende alla madre, ridonda sul suo figlio.
Perciò, dopo aver offerto senza interruzione, nell’umiltà e nel digiuno, le Nostre private preghiere e quelle pubbliche della Chiesa a Dio Padre, per mezzo del suo Figlio, affinché si degnasse di dirigere e sostenere la Nostra mente con la virtù dello Spirito santo, dopo aver implorato il soccorso di tutta la corte celeste, e invocato con gemiti lo Spirito consolatore, per sua ispirazione, a onore della santa e indivisibile Trinità, a decoro e ornamento della vergine Madre di Dio, a esaltazione della fede cattolica, e a incremento della religione cristiana, con l’autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei beati apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dichiariamo, pronunziarne e definiamo: la dottrina che sostiene che la beatissima vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in vista dei meriti di Gesù Cristo, salvatore del genere umano, è stata preservata immune da ogni macchia di peccato originale, è stata rivelata da Dio e perciò si deve credere fermamente e inviolabilmente da tutti i fedeli. […]

Di questo pronunciamento solenne colpiscono in particolare due sottolineature. La prima: fin da subito nella storia della fede cristiana si ha la percezione della singolare esperienza umana e cristiana di Maria, che si traduce in un particolare onore e intensa devozione nei suoi confronti e nella convinzione della funzione che Ella ha nel misterioso e provvidenziale disegno salvifico di Dio. La seconda è che il risultato racchiuso in sintesi nella definizione dogmatica del 1854 è frutto di un lungo itinerario di approfondimento e meditazione spirituale e mistica da parte della riflessione teologica, ma anche della pietà popolare per cui la definizione dogmatica, anche se recente, esprime ciò che da sempre è stato intuito ma anche approfondito e sviluppato dal pensiero e dalla preghiera. Dovremmo anche sottolineare che questo lungo arco di tempo è stato caratterizzato da «una lunghissima disputa che aveva coinvolto la Chiesa per secoli, almeno dal II al XIX, con aspre contrapposizioni e scuole teologiche antitetiche. […] Il più antico testo cristiano che pone attenzione esplicita alla natura specialissima di Maria è un apocrifo: il Protovangelo di Giacomo (140/170 ca.), di redazione siriana in lingua greca. Un testo di grande autorevolezza e diffusione, utilizzato come canonico da molti Padri a partire da Origine (A. Spiriti).

Dunque, nessun “azzardo” e nessuna superficialità fideistica da parte dell’autorità ecclesiastica o del “sensus fidei” del popolo di Dio. Anzi il dogma di fede dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria ha permesso di comprendere più facilmente tutta una serie di caratteristiche della vita di fede di Maria, aiutandoci, attraverso la narrazione del Vangelo a comprenderla meglio nella sua pienezza dentro il piano salvifico. Di fatto i rimandi biblici fondamentali sono diversi e autorevoli: l’inimicizia fra la donna e il serpente (Genesi 3,15); la presenza di Maria/Sapienza nel progetto primigenio di Dio (Proverbi 8,24); la purezza senza macchia (Cantico dei Cantici 4,7); e ovviamente l’annunciazione alla kekaritoméne, la Piena di Grazia (Luca 1,28).

Tutto questo racchiuso nella celebrazione del mistero dell’Immacolata, che ben ci accompagna e introduce al mistero della nascita del Figlio di Dio da Colei che è concepita senza peccato originale. – don Maurizio.

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