Pagina Iniz. 2020 Aprile “QUANDO FINISCE LA PARTITA?”

“QUANDO FINISCE LA PARTITA?”

QUANDO FINISCE LA PARTITA? – a cura di Don Giovanni Afker

La nostra normale preoccupazione per quanto succede nei “tempi regolamentari” è giusta, anzi doverosa. Il lavoro, le assicurazioni, i nostri averi e le nostre proprietà, la nostra famiglia e, soprattutto, la nostra salute… sono giusti obiettivi che, normalmente, impegnano mente e cuore. I tempi regolamentari, come in una partita di calcio: alla fine questi tempi si concludono e il risultato è definito. Ma c’è un “over time”? Persino nelle partite di calcio c’è questo tempo supplementare (dal corona virus si può, e per fortuna, è ormai assodato, si guarisce!) ma alla fine anche questo tempo supplementare si esaurisce. Ci sono “partite” della vita come la partita attuale, la pandemia, che costringono a chiedersi: alla fine della partita, dei suoi tempi supplementari, c’è un dopo, un over time definitivo? Costretti dalle circostanze, ci poniamo questa domanda. L’allineamento delle bare, la quotidiana benedizione delle ceneri, i necrologi dei nostri quotidiani, le previsioni oscure per il futuro, appena “bonificate” da qualche dato positivo, ci portano ad interrogare i “vati” della scienza, della politica, dei futurologi, qualche volta contagiati da ideologie: fino a quando? I Cristiani hanno una possibilità straordinaria: c’è un “profeta” di cui sono chiamati a fidarsi. È Papa Francesco? No, quanto meno non è in prima persona: è un ottimo testimone, un annunciatore … Il Profeta di cui parliamo, è colui che ci dice: “Chi crede in me, anche se muore, vivrà”. Questo Profeta ci apre l’over time definitivo, ci chiede di credergli, ci dà testimonianza non solo di parole ma di fatti. Ci dice: “Sono proprio io” apparendo “in mezzo” ai suoi, increduli, spaventati … e solo dopo una serie di passaggi e con diverse posizioni, “pieni di gioia”. I Suoi: anche noi, siamo (almeno desideriamo esserlo fra i suoi. Anche noi abbiamo festeggiato, anche se in modo assolutamente imprevisto ma reale, ciascuno in casa propria, ma uniti nella fede, la Pasqua. Non c’è altra festa più importante e determinante per prevedere la “fine” della “partita della vita”: sarà vittoria, sicura! Davanti a queste bare, davanti a queste urne di cenere, sappiamo, nella certezza che ci viene dalla fede in Lui, che ci ha annunciato la Vita, in Lui che è morto e risorto, che i nostri cari, noi, domani, non saremo “tutto” lì, in quattro assi, in una teca da collocare nell’apposito loculo. Non possiamo stringerci la mano, non possiamo scambiarci abbracci pieni di condivisione, non possiamo neppure avere la consolazione, in questi giorni, di una partecipazione comunitaria “fisica”: che pena, certo! Ma abbiamo una comune certezza. Non sei tutto qui, la tua partita non è finita, c’è un “Oltre”… e non te lo dico perché ti voglio bene, ma perché mi sto fidando di Lui! Preoccupazione: sì, certo, soprattutto per la salute … Ma non finisce con la guarigione o con la morte: la nostra preoccupazione va oltre, in questo periodo travagliato. Forse è una “situazione – occasione”, come dice il nostro Arcivescovo Mario per chiederci come davvero finisce la partita non nel tempo, ma “al di là” del tempo.
Come un buon allenatore, ciascuno si chiede, sapendo la conclusione: come devo giocare la partita, nel tempo perché è nel tempo che si prenota il risultato! L’over time non può essere senza verifica : come sto giocando la partita? Ci aiuti il Signore a cogliere, da questa tremenda possibilità, una lezione per il nostro vivere nell’oggi: “se ti riconosciamo, Tu ci riconoscerai”. “Signore aiutaci a fidarci di Te, aiutaci ad affidare a Te, che sei la Vita, queste Persone care. Sappiamo che in Te sono finalmente “Oltre” il nostro limite, dentro la tua Vita. Aiuta anche tutti coloro che in questo tempo stanno avvertendo queste lacerazioni: dì anche a noi, oggi, come hai detto ai tuoi, sulla barca, durante la tempesta: “Sono con voi, non abbiate paura!”

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