Pagina Iniz. 2020 Gennaio CI TRATTARONO CON GENTILEZZA

CI TRATTARONO CON GENTILEZZA

Il materiale della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani del 2020 è stato preparato dalle Chiese cristiane di Malta e Gozo (Christians Together in Malta). Il 10 febbraio, a Malta, molti cristiani celebrano la Festa del Naufragio dell’apostolo Paolo, commemorando e rendendo grazie per l’arrivo della fede cristiana in quelle isole. Il brano degli Atti degli Apostoli proclamato in occasione della Festa è lo stesso scelto quale tema della Settimana di preghiera di quest’anno (Atti 27,18 – 28,10) . La narrazione inizia con Paolo condotto prigioniero a Roma: è in catene, ma anche attraverso di lui, in un viaggio che si rivelerà pericoloso, la missione di Dio continua. L’episodio racconta della tempesta che assale la nave su cui viaggia Paolo con altre 276 persone distinte in gruppi: i soldati, i marinai e i prigionieri. Via via che la storia va avanti, sotto la pressione delle circostanze e nel timore per la propria vita, diffidenza e sospetto acuiscono le divisioni tra i differenti gruppi. Ma, inaspettatamente, Paolo si erge quale faro di pace nel tumulto. È questo il tema principale della pericope: la divina provvidenza. Era stata decisione del centurione salpare nonostante il cattivo tempo, e durante la tempesta i marinai avevano preso decisioni su come governare la nave. Ma alla fine i loro stessi piani vengono mandati a monte, e solo stando insieme e lasciando che la nave naufraghi possono essere salvati dalla divina provvidenza. La nave e tutto il suo prezioso carico andranno perduti, ma tutti avranno salva la vita: “Nessuno di voi perderà neppure un capello” (Atti 27,34; cfr Luca 21,18). Dunque, persone diverse e in disaccordo tra loro, approdano insieme e “tutti arrivarono a terra sani e salvi” (Atti 27,44). Imbarcati sulla stessa nave, essi arrivano alla stessa destinazione, dove l’ospitalità degli isolani rivela l’unità del genere umano. Mentre si radunano attorno al fuoco, circondati da persone che non li conoscevano e neppure li comprendevano, le differenze di potere e di condizione svaniscono. Le 276 persone non sono più alla mercé di forze indifferenti, ma vengono abbracciate dall’amore e dalla provvidenza di Dio, resi concreti da queste persone che li trattano “con gentilezza” (Atti 28,2) . Oggi, molte persone affrontano gli stessi pericoli nello stesso mare. I medesimi luoghi citati nelle Scritture (Atti 21,1; 28,1) caratterizzano le storie dei migranti di oggi. In varie parti del mondo, molte persone affrontano viaggi altrettanto pericolosi, per terra e per mare, per scampare a disastri naturali, guerre e povertà. Questo racconto ci interpella come cristiani che insieme affrontano la crisi relativa alle migrazioni: siamo collusi con le forze indifferenti oppure accogliamo con umanità, divenendo così testimoni dell’amorevole provvidenza di Dio verso ogni persona? L’ospitalità è una virtù altamente necessaria nella ricerca dell’unità tra cristiani. È una condotta che ci spinge ad una maggiore generosità verso coloro che sono nel bisogno. Le persone che mostrarono gentilezza verso Paolo e i suoi compagni non conoscevano ancora Cristo, eppure è per la loro “inusuale gentilezza” che un gruppo di persone divise viene radunato in unità. La nostra stessa unità di cristiani sarà svelata non soltanto attraverso l’ospitalità degli uni verso gli altri, pur importante, ma anche mediante l’incontro amorevole con coloro che non condividono la nostra lingua, la nostra cultura e la nostra fede. Nei tempestosi viaggi e nei fortuiti incontri della vita, la volontà di Dio per la sua Chiesa e per tutta l’umanità raggiunge il suo compimento; come Paolo proclamerà a Roma, la salvezza di Dio è per tutti (Atti 28, 28) .

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