CARLO ACUTIS E L’EUCARISTIA
DEDICATO AI RAGAZZI DELLA PRIMA COMUNIONE E … NON SOLO
Abbiamo ormai imparato a conoscere il giovane Carlo Acutis ed eravamo tutti in attesa della sua canonizzazione purtroppo rinviata per la morte di papa Francesco. Vogliamo però dedicare questo editoriale alla sua persona e alla sua particolare devozione all’Eucaristia.
Pesto editoriale alla sua persona e alla sua particolare devozione all’Eucaristia. Pensiamo di fare una cosa gradita e utile soprattutto ai ragazzi, e alle loro famiglie, che riceveranno la Prima comunione proprio in queste prossime domeniche. La testimonianza di Carlo risulta tanto più straordinaria quanto più è normale la sua vita di ragazzo e adolescente moderno come tutti i suoi coetanei. Morto a soli 15 anni, ha dimostrato una fede adulta che può sembrare possibile solo a pochi e che invece dovrebbe essere la normalità per tutti i cristiani.
Il rapporto personale di Carlo con l’Eucaristia dice la profonda amicizia che lo lega a Gesù, un’esperienza che non ha nulla di eccezionale, perché questo legame dovrebbe essere normale per ognuno di noi: piccoli e grandi. Infatti, cosa c’è di strano ad essere e a dirci amici di Gesù? Quali convinzioni ci impediscono di costruire un legame vitale con lui? Perché non dovremmo coltivare un’amicizia concreta fatta di gesti, di parole, di momenti, di esperienze con Colui che “riempie” la nostra vita di bellezza e significato?
Il fulcro della spiritualità di Carlo era l’incontro quotidiano con il Signore nell’Eucaristia, che per lui «era Gesù realmente presente nel mondo, come quando al tempo degli Apostoli i discepoli potevano vederlo in carne ed ossa, camminare per le strade di Gerusalemme». Egli diceva spesso: «L’Eucaristia è la mia autostrada per il Cielo!».
È questa la sintesi della sua spiritualità e il centro di tutta la sua esistenza trascorsa nell’amicizia con Dio. Inoltre la sua vita è stata un pochino come un’Eucaristia. Infatti, Carlo morendo, nonostante la sua giovane età, ha voluto offrire le sue sofferenze per il Papa e per la Chiesa in unione a Cristo.
Carlo si fermava spesso in chiesa per fare l’adorazione eucaristica. Carlo diceva: «Molta gente secondo me non comprende veramente fino in fondo il valore della Santa Messa perché se si rendesse conto della grande fortuna che il Signore ci ha dato donandosi come nostro cibo e bevanda nell’Ostia Santa, andrebbe tutti i giorni in chiesa per partecipare ai frutti del Sacrificio celebrato, e rinuncerebbe a tante cose superflue!».
Carlo afferma che il momento decisivo per chiedere al Signore delle grazie è quello della Consacrazione, durante la Celebrazione Eucaristica, quando il Signore Gesù Cristo si offre al Padre.
Egli spiega: «Chi più di un Dio, che si offre a Dio, può intercedere per noi? Durante la Consacrazione bisogna chiedere le grazie a Dio Padre per i meriti del suo Figlio Unigenito Gesù Cristo, per le sue Sante Piaghe, il suo Preziosissimo Sangue e le lacrime e i dolori di Maria Vergine che, essendo sua madre, più di tutti può intercedere per noi». Alla fine della Consacrazione diceva: «Per il Sacro Cuore di Gesù e il Cuore Immacolato di Maria vi offro tutte le mie richieste e vi chiedo di esaudirmi».
Le giornate di Carlo erano sempre incentrate intorno alla Santa Messa e, spesso, Carlo si reca a fare l’adorazione eucaristica fermandosi davanti al tabernacolo in chiesa. Ancora in una sua riflessione si evince il valore che per lui riveste la preghiera davanti al Santissimo Sacramento: «Gesù Cristo si è incarnato per venirci a salvare sia dal peccato originale, sia da quelli che tutti noi, ogni giorno comunque compiamo, anche involontariamente, perché purtroppo siamo molto limitati, e l’Eucaristia, non è altro che il nostro Cibo Celeste per evitare di cadere così spesso in tentazione. Quando nel Padre Nostro si dice “dacci oggi il nostro pane quotidiano e non ci indurre in tentazione”, Gesù intendeva dire “dacci oggi anche l’Eucaristia quotidiana”».
La grande devozione che Carlo nutre per l’Eucaristia e per il Santo Rosario non gli impedisce di essere un ragazzo vivace e pieno di amici e di interessi, suscitando stima da parte di moltissimi suoi compagni. Era capace di vivere e trasmettere la sua amicizia con Gesù (la sua fede) senza che per questo i suoi compagni lo prendessero in giro, ma anzi loro ne avevano grande stima percependo in lui qualcosa di meraviglioso. Viveva infatti tutte le realtà della sua giovinezza (gioco, amici, studio, divertimento, interessi, passioni, servizio e persino la carità) nella normalità ma sempre con grande intensità come se tutto fosse un dono straordinario da non sciupare e da far fruttare. Non è un caso che venga indicato come patrono di internet, lui che era appassionato ed esperto di informatica, capace persino di creare un sito apposito con tutti i miracoli eucaristici del mondo.
Grande era la devozione di Carlo anche per la Madonna; in particolare era stato colpito dalle apparizioni e rivelazioni di Fatima. Aveva imparato anche le preghiere che Maria aveva insegnato ai tre Pastorelli, e quelle dell’Angelo che era apparso a loro prima delle apparizioni di Maria, che qui riportiamo:
Dio mio! Credo, adoro, spero e vi amo.
Vi chiedo perdono per coloro che non credono, non adorano, non sperano e non vi amano.
Trinità Santissima, Padre, Figlio e Spirito Santo, vi offro il preziosissimo Corpo, Sangue,
Anima e Divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli della terra,
in riparazione degli oltraggi, dei sacrilegi e delle indifferenze con cui è offeso.
E, per i meriti infiniti del suo Santissimo Cuore e del Cuore Immacolato di Maria,
vi chiedo la conversione dei poveri peccatori.
L’augurio è che tutti noi, e in particolare i ragazzi che ricevono la prima Comunione, possiamo coltivare la fede non come qualcosa di formale e astratto, ma come autentica e reale amicizia quotidiana con il Signore. Carlo ci dice che questo è possibile sia per i piccoli come per i grandi! don Mauruzio.